La storia- Palazzo Patella
Villadose (RO)
INSERITO NELLA CARTA DEI SERVIZI
DELLA REGIONE VENETO
Il
centro
di
Villadose,
costeggiato
dalla
strada
statale
n.
443,
sorge
nel
Medio
Polesine
a
sette
chilometri
da
Rovigo
e
a
quattordici
da
Adria,
lungo
il
canale
(gia'
Naviglio)
Adigetto.
Lungo
lo
stesso
Adigetto
si
trovano
le
localita'
di
Canale
-
ad
ovest
del
Capoluogo
-
e
Cambio,
ad
est.
Il
Comune
confina
a
nord
con
Rovigo
e
San
Martino
di
Venezze,
a
est
con
Adria,
a
sud
con
Ceregnano,
a
ovest
con
Rovigo.
L'altitudine
media
del
territorio
comunale
e'
di 7 metri s.l.m.
La
superficie
del
Comune
e'
di
32,52
kmq.
Il
territorio
e'
solcato,
da
ovest
a
est,
da
vari
canali:
oltre
al
gia'
ricordato
Adigetto,
principalmente
lo
scolo
Bresega
e
lo
scolo
Valdentro.
Inoltre,
lo
scolo
Fossetta
segna
il
confine
meridionale
del
territorio
comunale,
mentre
lo
scolo
Ceresolo
per
un
breve tratto fa da confine settentrionale.
Cenni Storici
Il Polesine conteso tra
Ferrara e Venezia
Nel
1484
i
Veneti
conquistarono
Rovigo
e
tutto
il
Polesine,
ma
nel
1509
gli
Estensi
entrarono
a
far
parte
della
Lega
di
Cambrai,
allo
scopo
di
recuperare
il
Polesine
che
Papa
Giulio
II
aveva
promesso
ad
Alfonso
d’Este
figlio
di
Ercole.
L’ottenne
e
lo
perse
varie
volte
fino
a
che,
nell’agosto
del
1515,
il
dominio
Veneto
si
stabilì
definitivamente
su
Rovigo
e
Polesine
e
il
possesso
durò
quanto
durò
la
Repubblica
di
San
Marco,
cioè
fino
al
1797.
Del
X
secolo
sono
i
primi
insediamenti
medievali
che
si
costituirono
lungo
il
corso
dell’Adigetto
che
si
era
formato
dopo
la
rotta di Pizzon.
Il
1203
attesta
la
comparsa
della
località
il
cui
nome
di
Villaduccis
è
confermato
da
un’altra
fonte
ecclesiastica
del
1309.
Il
paese
prosperò
intorno
alla
pieve,
dotato
di
fortificazioni
e
torri
era
un
avamposto
di
Rovigo sull’ Adigetto.
Il
nobile
Bartolomeo
II
Patella,
venne
investito
nel
1470
del
feudo
di
Villadose
da
Borso d'Este.
Le
conseguenze
della
guerra
del
Sale,
disastrose
per
Villadose,
furono
vittoriose
per
i
veneziani
che
si
sostituirono
agli
Estensi nella dominazione del Polesine.
La
storia
del
centro
è
legata
alle
vicende
delle
famiglie
nobili
Signoli,
Lion,
Dolfin,
Molin,
Manfredi,
Donà
,proprietarie
dei
fondi
che
edificarono
lungo
l’Adigetto
corti
rurali
ed
edifici.
A
metà
’500
iniziarono
i
lavori
di
bonifica
della
zona
tra
Adige
ed
Adigetto verso Cavarzere.
Dopo
tre
secoli
di
dominazione
da
parte
della
Repubblica
di
Venezia
il
territorio
seguì
le
sorti
del
Polesine.
Prima
l’ondata
napoleonica
poi
l’occupazione
austriaca
ed
infine
l’annessione
al
Regno
d'Italia
nel
1866.
Palazzo Patella
Palazzo
Patella,
maestoso
edificio,
fu
costruito
tra
fine
500
ed
inizi
600
dalla
famiglia
Patella,
appartenente
alla
nobiltà
rodigina
che
possedeva
dei
territori
in
quella zona.
Originaria
di
Chioggia
la
casata
di
mercanti
e
notai
giunse
in
Polesine
agli
inizi
del
400
e
acquisi
il
titolo
nobiliare
di
Conte
nel
1470
quando
Borso
d’Este
li
investi
del
feudo
di
Villadose,
appartenuto
in
precedenza
ai
Conti di Padova.
L’edificio
potrebbe
essere
della
scuola
di
Giobatta
Aleotti
(1546
–
1636)
architetto
di
Alfonso
d’Este
Duca
di
Ferrara.
Le
due
facciate
non
corrispondono
e
sono
riconducibili
l’una
al
modello
ferrarese
e
l’altra
al
modello
veneto.
La
facciata
a
nord,
verso
l'Adigetto
è
ancora
severa,
mossa
solamente
da
un
portale
bugnato
al
primo
piano.
La
facciata
a
mezzogiorno
è
più
graziosa
e
solare,
con
a
pianterreno
il
bel
portico
a
cinque
arcate
a
pieno
sesto
e
con
la
loggia
trifora
del
piano
nobile.
La
villa
(parzialmente
visitabile
nelle
mattine
di
tutti
giorni
feriali)
si
compone
del
piano
terreno,
con
due
bei
camini
in
tufo
e
le
volte
a
botte,
del
piano
nobile
e
dell'amplissimo
granaio
nel
sottotetto.
Nel
vasto
salone
al
piano
nobile
sono
esposte
quattro
grandi
tele
di
autore
ignoto
secentesco,
a
soggetto
sacro,
provenienti
dal
vicino
oratorio
Patella
e
recentemente
restaurate.
Al
piano
terreno
è
ospitata
la
Mostra
didattica
sulla
centuriazione
romana.
Usciti
dal
palazzo
ci
si
affaccia
su
piazza
Moro,
pallido
riflesso
di
quello
che
doveva
essere
un
tempo
la
corte
del
complesso
Patella
comprendente
rustici
di
servizio
andati
perduti
e
la
vicina
cappella
gentilizia.
L'oratorio
Patella,
ora
Monumento
ai
Caduti,
fu
costruito
nel
1688
da
Bartolomeo
Patella
a
servizio
dell'attiguo
palazzo.
Ebbe
in
un
primo
tempo
la
facciata
a
sud
e
venne
dedicato
a
S.
Maria
Annunziata;
a
metà
del
Settecento
i
Patella
costruirono
il
nuovo
altar
maggiore
dedicato
a
san
Bartolomeo
contornato
da
due
statue
di
santi
(attualmente
presso
il
Municipio),
ingrandirono
l'edificio
e
aprirono
l'attuale
ingresso
a
nord.
All'interno,
dietro
l'altare,
vi
è
una
Madonna
col
bambino
affrescata,
ormai
quasi
del
tutto
deteriorata,
risalente
con
tutta
probabilità
alla
prima
costruzione.
Nelle
pareti,
oltre
alle
lapidi
che
ricordano
i
caduti
in
guerra,
si
trovano
due
epigrafi
poste
da
Costanza
Patella,
ultima
discendente
della
famiglia,
all'inizio
del
secolo
scorso.
sede
del
Municipio,
ospita
al
primo
piano
l’interessante
Museo
della
Centuriazione
Romana
che
raccoglie
moltissimi
reperti;
accanto
c’è
un
Oratorio
fatto costruire dalla omonima famiglia.
Il palazzo Patella è sede municipale
dagli anni Venti.
Fonte: Esclusiva Comune di Villadose
Associazione Culturale Orizzonti Paranormali
“Non tutto quello che non si comprende necessariamente non esiste”